
Infine troviamo Rom e Sinti, appartenenti alle comunità zingare di nazionalità italiana o straniera .
Ciò che accomuna i bambini con storie e viaggi così diversi è il trascorso della migrazione.
La migrazione è vista come un’opportunità e una risorsa per il proprio futuro, nonostante i cambiamenti profondi che gli immigrati sono disposti ad affrontare MA: la sdradicamento, l'essere "senza nome" o il diventarlo, l'identità disorientata e in bilico, il senso di perdita dei propri spazi vitali, di una dimora di cui essere autentici abitanti, la mancanza dei luoghi amati, la nostalgia per quanto lasciato alle spalle, il senso di "esclusione" in un contesto socioculturale spesso ermeticamente chiuso, impermeabile, il lutto per la perdita delle proprie radici culturali (storia, costumi, tradizioni).

La loro naturale fragilità aggrava la condizione di subalternità, il senso di un impotenza appresa, di un'impotenza subita in quanto l'immigrazione è vissuta più spesso come un'imposizione e non come una scelta: il senso intimo di frammentazione esistenziale, di "rottura dello specchio".

In molti casi l'esperienza cruda della migrazione si aggiunge a biografie individuali e collettive già contassegnate, in questi adulti e in questi bambini, da radicali solitudini, da violenze subite, a volte dalla gurra (spesso causa prima dii tali immigrazioni)
Nessun commento:
Posta un commento