Video racconto della storia di Ferdi (G.F.9)

sabato 6 giugno 2009

BAMBINI SENZA TERRA

Una dimostrazione di come cultura e salute siano strettamente collegate e dell’importanza di un contributo multidisciplinare, è la constatazione di come proprio il bambino, il figlio dell'immigrato,sia un anello di congiunzione con il passato, garante dei valori tradizionali. Le aspettative degliadulti fanno sì che il bambino si trovi idealmente sospeso in un tempo che è quello della tradizione,degli antenati, e in uno spazio che è quello della grande casa familiare, una casa dai contorni allargati che arriva a comprendere al suo interno anche lo spazio, rimpianto e mitizzato, della terra d'origine.
Simbolicamente spesso è "il figlio a essere importante, non il bambino" Intorno alla figura del figlio, alla sua presenza o assenza (è significativa anche la richiesta di interruzioni volontarie di gravidanza), ruota spesso tutto il processo di radicamento dell'immigrato nella terra che ha scelto,e che lo ha scelto, come seconda patria.
A rendere ulteriormente complessa questa situazione, concorrono altri due elementi: il primo è che per molti bambini, figli di immigrati, l’Italia è il loro paese, perché sono nati qui e non ne hanno mai conosciuti altri. Ma al tempo stesso non sono riconosciuti come "italiani" dalla società che li circonda, né sul piano dei diritti civili né su quello culturale: si trovano cioè nella difficile posizione di essere stranieri in casa loro, perché non hanno un'altra casa. L’altro elemento è determinato dal fatto che i bambini, e quindi non solo i genitori o le madri, si trovano, ora e, probabilmente, sempre di più nel futuro, in una difficile posizione di "interfaccia" tra due culture, che rischia spesso di schiacciarli: portatori di tradizioni culturali e familiari estranee a quelle locali, e pressati da richieste di integrazione che sono spesso in aperta contraddizione con il loro patrimonio tradizionale.

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